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Silenzio-Guru-Grazia, Ramana Maharshi

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  Domanda: "Perché Sri Bhagavan non si mette a predicare la verità alla gente?" Ramana Maharshi: "Come fa a sapere che non lo faccio? Predicare consiste forse nel salire su una tribuna e nell'arringare il popolo? Predicare è semplice comunicazione di conoscenza, e questo può essere fatto anche in silenzio. Che cosa pensate di un uomo che ascolta un discorso per un'ora e se ne va senza riportare un'impressione che lo aiuti a cambiare vita? Paragonatelo a un altro che siede a una santa presenza e dopo un certo tempo se ne va con la visione della vita totalmente cambiata. Cosa è meglio: predicare a voce alta senza effetto o sedere in silenzio mandando la forza intuitiva ad agire? Le parole sono le nipoti della sorgente originale. Se le parole possono produrre un effetto, considerate quanto sia più potente predicare tramite il silenzio. Un essere autorealizzato non può fare a meno di giovare al mondo. La sua stessa esistenza è il bene più alto. La Gra

Puro ascolto, Jean Klein

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  S i richiede uno sforzo, su questo sentiero? Personalmente trovo che ho sempre meno energia per fare uno sforzo in una qualsiasi direzione. Lei non può fare uno sforzo senza una tensione. Ma perché fare uno sforzo? Soltanto perché lei mira ad un risultato, a qualcosa che è fuori di lei. Ma quando sa veramente che quello che cerca è la sua vera natura, allora si libera dall'impulso di sforzarsi. Prima di tutto osservi dunque che lei sta costantemente facendo uno sforzo. Quando lei sarà consapevole di questo processo, si troverà fuori di esso. E potrà arrivare alla percezione originale di essere lei stesso davvero silenzio. Ma questo vedere non richiede nessuno sforzo? No. Questo vedere è il vostro stato naturale. Siate soltanto consapevoli del fatto che  non  vedete. Diventate più consapevoli del fatto di essere continuamente in reazione. Vedere non richiede sforzo, perché la vostra natura è vedere, essere silenzio. Quando non cercate più un risultato, non cercate di critica

Sofferenza-Grazia-Divino, Mère

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Il potere di formazione presenta un grande vantaggio, se si sa come utilizzarlo. Potete fare buone formazioni, e se le fate in maniera appropriata, esse agiranno allo stesso modo delle altre. Potete fare un gran bene alle persone semplicemente sedendovi tranquillamente nella vostra stanza, probabilmente è molto meglio di affrontare il gran frastuono esteriore. Se sapete come pensare correttamente, con forza, intelligenza e gentilezza, se amate qualcuno e gli volete bene sinceramente, profondamente, con tutto il cuore, ciò gli farà molto bene, sicuramente molto più di quanto possiate pensare. L'ho detto spesso; ad esempio, a coloro che sono qui e hanno appreso che qualcuno della loro famiglia è molto malato, e sentono l'impulso puerile di precipitarsi immediatamente presso il malato per assisterlo. Io vi dico, a meno che non si tratti di un caso eccezionale e non ci sia nessuno ad assistere il malato (e a volte neanche in questo caso), se conoscete il modo di mantenere l'att

Sino all'origine del respiro, Ilse Middendorf

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  Non è possibile far nascere i movimenti dal respiro senza l’energia dello spazio interiore, dato che questo contiene in germe le diverse stratificazioni della coscienza, allo stesso modo in cui cela i contenuti inconsci di corpo-mente-spirito. Esso congiunge le opposizioni: chiaro e scuro, duro e morbido, giorno e notte, maschile e femminile. Queste polarità non vanno  divise,  piuttosto devono essere  distinte . E qualsiasi cosa prema per svilupparsi, può crescere in questo spazio attraverso la dedizione e l’attenzione fino a completa maturazione, col concorso del dentro e del fuori. Si possono intraprendere molte vie per crescere, ma una delle più straordinarie è quella del respiro percepibile. È un nuovo linguaggio di autoanalisi il cui impulso più profondo è dato dal nucleo dello spazio interno, il centro...   Ebbene, questa via era indispensabile e necessaria per condurre la funzione respiratoria inconscia sulla via dell’esperienza sensorialmente cosciente del corpo. All'

Su Jean Klein, Eric Baret

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Domanda: Voi dite che la sensibilità è una porta verso il silenzio. È vero che quando io mi concentro sul mio corpo, una tranquillità viene e questo mi rende felice. Io mi domandavo se questo faccia parte solamente di un immaginario, di una speranza… Ha conosciuto lei con il Sig. Jean Klein, questo spazio di entusiasmo, questa sensazione che io ho di aver trovato qualcosa di straordinario? Risposta: Jean Klein non chiedeva niente. È quello che mi ha più segnato accanto a lui. Non vi chiedeva di cambiare. Non aveva nessuna violenza verso i vostri comportamenti.   Jean Klein vi incontrava, vi vedeva tale quale voi eravate, con i vostri conflitti, i vostri problemi e neanche un istante vi voleva cambiare, neanche di un millimetro. È un rispetto straordinario! Pensate a tutti i guru, a tutti gli insegnanti che trasformano i loro allievi e, a lor dire, li chiarificano: questo crea forse altro che degli ego infatuati di loro stessi, che si sentono sempre più separati da loro stessi,

Osservatore, osservazione e cosa osservata, Jean Klein

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  Domanda: "Non riesco ancora ad afferrare bene quel che intende dire con:  "l'osservatore, l'osservazione e la cosa osservata fanno uno?" Risposta di Jean Klein: Quando lei sente un suono vi è solamente sentire; l'aver sentito ed il suono udito ne fanno parte. Succede la stessa cosa per la visione: colui che vede e la cosa vista sono funzioni ed estensioni della visione, ma il vedente e ciò che è visto sono solo memoria. Nessuno vede né sente, nulla è visto e sentito. In questa triade solo la visione e l'intendimento hanno una realtà, il resto è mentale ed è nella sua natura funzionare in una relazione soggetto-oggetto. Tuttavia questa dualità è illusoria. L'osservazione è un ultimo ascolto che contiene tutto in sé stesso. Il percipiente, il percepito e la percezione sono uno. Un oggetto può esistere solo in funzione del soggetto, ed un soggetto in funzione dell'oggetto, non li possiamo separare. Finché crederete di essere l'autore delle vo

Tempo, dolore..., Jiddu Krishnamurti

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L'uomo vive in base al tempo. Inventare il futuro è stato il suo gioco preferito per fuggire.  Pensiamo che i mutamenti in noi stessi possano generarsi col tempo, che l'ordine dentro di noi possa essere costruito poco per volta, aggiunto giorno per giorno. Ma il tempo non porta ordine e pace. Così dobbiamo smetter di pensare in termini di gradualità. Ciò significa che per noi non c'è un domani in cui essere in pace. Dobbiamo esserlo all'istante. Quando c'è un pericolo reale, il tempo scompare, non è vero? Vi è una reazione immediata. Ma non vediamo il pericolo in molti dei nostri problemi e quindi inventiamo il tempo come mezzo per sopraffarli. Il tempo è ingannatore, dal momento che non fa niente per aiutarci a generare un cambiamento dentro di noi. Il tempo è un movimento che l'uomo ha diviso in passato, presente e futuro e finché egli continuerà a dividere sarà sempre in conflitto. Imparare è una faccenda di tempo? Non abbiamo imparato dopo migliaia di anni