Se si canta la OM, Vijnana Bhairava Tantra


16. Se si canta la OM o altre formule sacre e si evoca il vuoto che segue il suono protratto: per l'eminente possenza di questo vuoto, o Bhairava, si sprofonderà nella vacuità.


L'esempio di un suono protratto è il canto del gallo dove la sillaba finale è tre volte più lunga della prima. Alla fine di un suono prolungato o di una nota tenuta a lungo, si gusta una qualità particolare di silenzio, per parlare col nostro Tantra, di vacuità (shûnyatâ).
OM è il suono primordiale, il verbo eterno (shabda brahman), l'inafferrabile vibrazione (spanda) dalla quale l'universo emana all'inizio di ogni ciclo e nel quale si riassorbe alla fine. Si dirà più avanti qualche parola sul simbolismo dei tre caratteri AUM dei quali questa sillaba è composta. Quando la si canta, la si deve sentire partendo dal cuore (lettera A) poi, tramite la via centrale (sushumnâ), accedendo alla gola (U) e al palato (M). Essa fora in seguito il chakra tra le sopracciglia (bhrûmadya) e la sua risonanza nasale infinitamente sottile non smette di risuonare alla sommità del capo.

Cent douze méditations tantriques, Le VIJNANA BHAIRAVA TANTRA traduit eT commenté par Pierre Feuga


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