Sahaja, il non-stato naturale, Jean Klein

 


Fino a che c'è un residuo di chi medita e qualcosa su cui meditare fate della meditazione un'attività della mente. Ogni attività è una contrazione. La meditazione non è un'attività di nessun tipo.

Sentitevi nella verticalità, ma non cercate di porvi in posizione verticale. Quando vi sentite nella verticale siete nel senza tempo. Tutte le azioni sono sul piano orizzontale, la meditazione è dove il tempo e il senza tempo si incontrano, nel cuore.

Siate nella sensazione dell'intero corpo, sentitelo nello spazio, entrate completamente nello spazio che non appartiene al tempo, dissolvetevi totalmente in questa espansione. 

La meditazione è ogni attimo. Gli occhi vedono, le orecchie sentono, gli organi funzionano, non c'è interiorizzazione né concentrazione né introversione, e nemmeno assorbimento dei sensi. 

Non tornate alle vecchie abitudini di raccoglimento. Apritevi in una espansione senza direzione, lo spazio senza spazio. 

Questo non è Nirvikalpa samadhi (che è ancora, sebbene in modo molto sottile, una relazione soggetto-oggetto). Non è sarvikalpa samadhi (percezione diretta). E' sahaja. 

Sarvikalpa è percepire, nirvikalpa è concepire. Sahaja è il non-stato naturale dove la funzione accade nella pienezza.

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