Qual è la differenza tra attenzione e consapevolezza? Jean Klein
Domanda: Hai
detto che la pura attenzione è alla soglia della consapevolezza. Qual è la
differenza tra attenzione e consapevolezza?
Jean Klein: L’attenzione è ancora una funzione cerebrale,
anche se è libera dall’interferenza psicologica. Con l’ampliarsi
dell’attenzione, la funzione cerebrale rallenta e l’attenzione fluisce nella
consapevolezza. L’attenzione completamente illimitata e la consapevolezza sono
tutt’uno.
Domanda: Questa
consapevolezza è la nostra vera natura?
Jean Klein: Nella consapevolezza non ci sono limitazioni
delle funzioni cerebrali ma c’è ancora una dualità concettuale: “io sono
consapevole di qualcosa”. Questo qualcosa è il funzionamento globale, energia
incontaminata dalla struttura cerebrale e dai sensi. Qui ti ritrovi alla soglia
del tuo essere senza tempo. Sei nelle vicinanze della tua vera natura dove
nessuno è consapevole di nulla. È il substrato di tutte le funzioni.
Domanda: Come
si passa dalla soglia alla quiete che si colloca al di là di ogni movimento?
Jean Klein: Non puoi oltrepassare la soglia con nessuna
attività. Aspetta soltanto lì e verrai preso spontaneamente.
D. Qual è la natura di questo aspettare?
Jean Klein: È un “aspettare senza aspettare”, per usare le
parole di Heidegger, uno stato di apertura senza un obbiettivo o una ragione. È
simile alla meraviglia, all’ammirazione priva di oggetto. Vivendo in apertura
incondizionata vieni preso dal tuo essere essenziale. Ma devi aspettare di
essere preso. Non sei tu che ci vai.
Domanda: Alla
soglia c’è ancora una relazione soggetto-oggetto, la dualità?
Jean Klein: Alla soglia dell’essere, l’apertura è ancora una
percezione. È il profumo dell’inevitabile auto-conoscenza. Rimanere così,
inevitabilmente conduce a uno straordinario rilassamento e al lasciar andare di
tutti i residui dell’individualità. In questa libertà dal passato, la propria
totalità si realizza e arriva un momento subitaneo in cui esso attrae a sé i
restanti residui della persona. Questi residui hanno ormai perso la loro
concretezza ed esistono in questo istante solo come rappresentazioni che vengono
poi assorbite per sempre nella luce magnetica della pura essenza.
L’individualità, il senso di paternità e la memoria psicologica svaniscono, per
non tornare mai più, e tu ti stabilisci nella quiete della presenza, senza
l’idea del divenire. Dopo il risveglio non c’è nulla né da ottenere o perdere.
Domanda: Non si sente qualcosa dopo questo evento memorabile?
Jean Klein: Sul piano fenomenico c’è un sentimento simile
alla gratitudine. Gratitudine fine a se stessa, perché non c’è rimasto più
nessuno che dà e riceve ringraziamenti. È offerta. È puro amore.
“Chi sono io? La ricerca più sacra.”, Jean Klein
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